VITA DI UN MUSEO DIFFUSO
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L'uomo, con la sua quotidianità, la sua fatica, le sue tradizioni, i suoi sacrifici, è un elemento determinante nel caratterizzare un territorio; la sua "vita", intesa in senso lato, lascia un segno indelebile. Leggere questi segni, studiarli e riscoprirli nell'ambiente, deve essere parte integrante di ogni lavoro che si prefigge di rivalutare prima e divulgare poi la conoscenza comune legata ad un particolare territorio.
Nel Canale del Brenta, questi segni sono stati impressi dalla particolare economia che si è insediata nei ripidi declivi montani, trasformati in terrazzamenti per accogliere la coltivazione del tabacco. Segni che ora il presente progetto si propone di studiare, recuperare, valorizzare e far conoscere organizzandoli nel "Museo Diffuso dell'Alta Via del Tabacco".
Quando si sente parlare di Museo siamo portati a pensare ad una bella mostra di oggetti "d'altri tempi", amorevolmente raccolti quasi sempre in grandi sale, e sostanzialmente "a tema". Oggetti sicuramente interessanti ma "statici" sia sotto il profilo fisico, in quanto fermi all'interno del museo, sia sotto il profilo temporale in quanto così sono oggi e così saranno domani.
Lo spirito con il quale s'intende questo Museo Diffuso, pur rispettando alcuni parametri classici dei musei, è strutturato in modo tale da essere slegato da luoghi e tempi.
Va detto innanzi tutto che questo Museo Diffuso fa parte di una costituenda Rete Museale ben più ampia e strutturata; rete all'interno della quale ci saranno dei musei nel senso classico del termine, quali ad esempio il Museo Etnografico di Valstagna e quello del tabacco di Carpanè, ma anche altri siti "in ambiente", come il "Covolo del Butistone".
Cos'ha dunque di diverso il Museo Diffuso?
Potremmo dire che è un libro, e come tale ha dei capitoli che possono essere leggi a piacimento, con argomenti diversi, e senza un ordine preciso, ma con un comune denominatore: il Canale del Brenta.
Come tutti i libri che si rispettino ha anche un titolo: Alta Via del Tabacco.
Questo museo non avrà quindi un contenitore fisico, ma avrà dei confini segnati dall'ambiente, dalla storia, dalle genti. In questo museo saranno messi in evidenza i molteplici aspetti del Canale di Brenta individuabili lungo l'Alta Via del Tabacco, ma questi aspetti saranno godibili direttamente in ambiente, lungo le mulattiere, tra le case, sui "terrazzamenti", lungo i sentieri seminascosti nel bosco. Sarà un museo dove ognuno potrà trovare il capitolo di suo interesse, sia esso la storia delle genti o quella dei soldati, lo sfruttamento agricolo del territorio o la quotidianità della vita dei "canaloti", le tracce degli animali o l'esuberanza di molti fiori, la pericolosa vita dei contrabbandieri o quella delle guardie che li controllavano.
Alla fine del libro ci accorgeremo che in questo territorio, il Canale del Brenta, c'è la storia "passata" ma anche quella presente, fatta di lento ripopolamento e di ritorno alla terra. Scopriremo che la gente del posto ha delle radici profonde, alimentate dall'amore per la propria terra, amore che però sapeva di fatica, fame e povertà. Avere la pazienza di ascoltare qualche "anziano" che ancora si incontra sui "trodi" lascia un segno profondo.
In sostanza l'Alta Via del Tabacco è la porta per entrare nel Museo ed entrare così in contatto con le mille realtà, passate e presenti, caratteristiche del Canale. Non a caso l'itinerario parte dal Ponte Vecchio di Bassano: vuole essere così il "filo d'Arianna" che collega la città, con il suo vivere caotico e frettoloso, all'ambiente suggestivo e carico di storia del Canale di Brenta, dove il tempo e la vita hanno una loro velocità più a misura d'uomo.
COS'E' L' "ALTA VIA DEL TABACCO" ?
Il Canale di Brenta, circondato dalle pareti rocciose del Massiccio del Grappa e dell'Altipiano dei "Sette Comuni", offre immagini caratteristiche e poetiche con tutta una serie di borgate allungate sulle sponde del fiume: "La Brenta".
La struttura morfologica è tale per cui non è proponibile una economia strutturata a coltivazione intensiva: in passato si strappava alla terra il pane ed il "companatico" necessario con la sola forza delle braccia e della schiena per lo più di donne, vecchi e ragazzi, dal momento che molto spesso gli uomini erano all'estero a lavorare. Il bestiame trovava di che alimentarsi con il fieno colto sugli erti pendii delle poche malghe. Tutta la vita era scandita dal lavoro, dal sole e dal fiume.
A rivoluzionare la povera economia del Canale, nella seconda metà del seicento, arrivò una pianta esotica: il TABACCO.
Per secoli, dalla coltivazione del tabacco e dal suo contrabbando, la gente del Canale ha ricavato quel minimo che le garantisse almeno la sussistenza.
Della plurisecolare coltivazione, oggi praticamente estinta, rimane il ricordo nei caratteristici terrazzamenti sostenuti con alti muri a secco, le "masiere", che si innalzano sui pendii delle montagne fino a 400-500 metri sul livello del Brenta, nelle borgate a mezza costa tutte ben orientate al sole, nelle vie di comunicazione tra fondovalle e monte.
Nel versante destro orografico del Canale del Brenta queste vie di comunicazione sono tra loro collegati da un serie di sentieri e mulattiere per formare, oggi, un unico lungo percorso che taglia trasversalmente le pendici dell'Altopiano, e mette in comunicazione le varie zone di coltivazione e gli insediamenti ivi presenti: l'Alta Via del Tabacco.
Dalle contrade di fondo valle alcuni ripidi sentieri che salgono all'Altopiano, ancora chiamati i "trodi del tabacco", erano sicuramente utilizzati anche dai "contrabbandieri", ma definire questa alta via "la via dei contrabbandieri" è un errore storico e culturale. Forse si perderà quell'aureola di proibito che tanto oggi ci incuriosisce, ma l'Alta Via del Tabacco ha ben altre valenze da valorizzare. Non a caso oggi si parla di "Museo Diffuso Alta Via del Tabacco", proprio per non fermarsi al semplice percorso escursionistico, perché ciò sarebbe riduttivo, e comprendere invece tutta una serie di interessi tra loro sinergicamente collegati.
La riscoperta e la rivalutazione dei veri "trodi del tabacco", quelli più reconditi e nascosti, è un progetto a venire.
La funzione di questo lungo percorso, che oggi chiamiamo Alta Via del Tabacco, era vitale: collegava in quota tutti gli insediamenti ed i terrazzamenti permettendo agli abitanti quella minima vita sociale che il duro lavoro permetteva: visite di cortesia, scambi di masserizie e generi vari, pronto aiuto in caso di bisogno. Era dunque il "filo d'Arianna" del buon vicinato per collegare tra loro le famiglie e mantenere il senso di "comunità"
Lungo lo stesso si possono incontrare e riconoscere i vari segni della cultura agricola di questo territorio: i terrazzamenti, le antiche case a mezza costa, i pozzi ed i sistemi per recuperare e raccogliere l'acqua piovana, le ghiacciaie, i nascondigli del tabacco, le mulattiere selciate, i prati magri, i castagneti, i boschi da legna, le risine di avvallamento dei tronchi,
Il progetto del recupero e rivalutazione dell'intero itinerario parte da una considerazione essenziale: per apprezzare le peculiarità di un territorio è necessario poterlo percorrere in sicurezza, con un sufficiente supporto logistico, ed una serie di sussidi che permettano di leggere, e quindi apprezzare, gli aspetti più significativi.
L'Alta Via del Tabacco non è quindi non solo un itinerario escursionistico, ma soprattutto un itinerario culturale tramite il quale il "viaggiatore" entrerà nel cuore della nostra terra e camminerà all'interno della nostra storia, quasi toccandola, passo dopo passo. Una ben strutturata rete di punti di appoggio nel fondo valle saprà dare al "viaggiatore" un ottimo benvenuto.
Gli interessi possono essere molteplici: antropizzazione, coltivazioni, tracce ancora visibili della Grande Guerra e quelle meno visibile, ma non meno interessanti, della fauna; la flora che, con il passare delle stagioni, si manifesta in tutta la sua bellezza. Per ultimo, ma non meno affascinante, la possibilità di godere di inusuali e sconosciuti scorci sulla vallata, per ammirare dall'alto la grande architettura dei terrazzanti.
L'itinerario è anche un percorso didattico usufruibile per la formazione dell'escursionismo giovanile e ma anche per l'accostamento all'escursionismo degli adulti motivati da un interesse culturale e naturalistico.
LE SUE FINALITA'
L'Alta Via del Tabacco è, in pratica, il mezzo grazie al quale il visitatore può entrare fisicamente nel territorio per accedere al Museo Diffuso. Potremmo definire il percorso un "contenitore culturale" nel quale inserire notizie, nozioni ed immagini proprie di un Museo Diffuso.
Risulta evidente che la tipologia delle informazioni da ricollegarsi all'Alta Via del Tabacco è la più eterogenea: dalla storia delle famiglie, con le proprie "casare", alla storia dei nostri soldati nella Grande guerra; dalla faraonica costruzioni delle "masiere" e delle "banche" anche le più lontane ai rudimentali sistemi idrici; dalla semplice osservazione delle meraviglie offerte dalla flora e dalla fauna agli scorci grandiosi sul Canale sottostante, dai quali si può meglio apprezzare la grande architettura dei terrazzamenti e naturalmente dalla "storia del tabacco" e della sua coltivazione.
Si ringraziano tutti i gruppi di volontari che si impegnano per la manutenzione di alcuni tratti del percorso. In particolare:
Club Alpino Italiano - Sezione di Marostica
Club Alpino Italiano - Sottosezione di Valstagna
Gruppo Grotte Giara Modon di Valstagna
Protezioni Civili di Valstagna, Campolongo s.B e Campese
Gruppo Scouts C.N.G.E.I. di Bassano d.G.
G.E.A.R. Gruppo Escursionisti Alpini di Rosà
L'uomo, con la sua quotidianità, la sua fatica, le sue tradizioni, i suoi sacrifici, è un elemento determinante nel caratterizzare un territorio; la sua "vita", intesa in senso lato, lascia un segno indelebile. Leggere questi segni, studiarli e riscoprirli nell'ambiente, deve essere parte integrante di ogni lavoro che si prefigge di rivalutare prima e divulgare poi la conoscenza comune legata ad un particolare territorio.
Nel Canale del Brenta, questi segni sono stati impressi dalla particolare economia che si è insediata nei ripidi declivi montani, trasformati in terrazzamenti per accogliere la coltivazione del tabacco. Segni che ora il presente progetto si propone di studiare, recuperare, valorizzare e far conoscere organizzandoli nel "Museo Diffuso dell'Alta Via del Tabacco".
Quando si sente parlare di Museo siamo portati a pensare ad una bella mostra di oggetti "d'altri tempi", amorevolmente raccolti quasi sempre in grandi sale, e sostanzialmente "a tema". Oggetti sicuramente interessanti ma "statici" sia sotto il profilo fisico, in quanto fermi all'interno del museo, sia sotto il profilo temporale in quanto così sono oggi e così saranno domani.
Lo spirito con il quale s'intende questo Museo Diffuso, pur rispettando alcuni parametri classici dei musei, è strutturato in modo tale da essere slegato da luoghi e tempi.
Va detto innanzi tutto che questo Museo Diffuso fa parte di una costituenda Rete Museale ben più ampia e strutturata; rete all'interno della quale ci saranno dei musei nel senso classico del termine, quali ad esempio il Museo Etnografico di Valstagna e quello del tabacco di Carpanè, ma anche altri siti "in ambiente", come il "Covolo del Butistone".
Cos'ha dunque di diverso il Museo Diffuso?
Potremmo dire che è un libro, e come tale ha dei capitoli che possono essere leggi a piacimento, con argomenti diversi, e senza un ordine preciso, ma con un comune denominatore: il Canale del Brenta.
Come tutti i libri che si rispettino ha anche un titolo: Alta Via del Tabacco.
Questo museo non avrà quindi un contenitore fisico, ma avrà dei confini segnati dall'ambiente, dalla storia, dalle genti. In questo museo saranno messi in evidenza i molteplici aspetti del Canale di Brenta individuabili lungo l'Alta Via del Tabacco, ma questi aspetti saranno godibili direttamente in ambiente, lungo le mulattiere, tra le case, sui "terrazzamenti", lungo i sentieri seminascosti nel bosco. Sarà un museo dove ognuno potrà trovare il capitolo di suo interesse, sia esso la storia delle genti o quella dei soldati, lo sfruttamento agricolo del territorio o la quotidianità della vita dei "canaloti", le tracce degli animali o l'esuberanza di molti fiori, la pericolosa vita dei contrabbandieri o quella delle guardie che li controllavano.
Alla fine del libro ci accorgeremo che in questo territorio, il Canale del Brenta, c'è la storia "passata" ma anche quella presente, fatta di lento ripopolamento e di ritorno alla terra. Scopriremo che la gente del posto ha delle radici profonde, alimentate dall'amore per la propria terra, amore che però sapeva di fatica, fame e povertà. Avere la pazienza di ascoltare qualche "anziano" che ancora si incontra sui "trodi" lascia un segno profondo.
In sostanza l'Alta Via del Tabacco è la porta per entrare nel Museo ed entrare così in contatto con le mille realtà, passate e presenti, caratteristiche del Canale. Non a caso l'itinerario parte dal Ponte Vecchio di Bassano: vuole essere così il "filo d'Arianna" che collega la città, con il suo vivere caotico e frettoloso, all'ambiente suggestivo e carico di storia del Canale di Brenta, dove il tempo e la vita hanno una loro velocità più a misura d'uomo.
COS'E' L' "ALTA VIA DEL TABACCO" ?
Il Canale di Brenta, circondato dalle pareti rocciose del Massiccio del Grappa e dell'Altipiano dei "Sette Comuni", offre immagini caratteristiche e poetiche con tutta una serie di borgate allungate sulle sponde del fiume: "La Brenta".
La struttura morfologica è tale per cui non è proponibile una economia strutturata a coltivazione intensiva: in passato si strappava alla terra il pane ed il "companatico" necessario con la sola forza delle braccia e della schiena per lo più di donne, vecchi e ragazzi, dal momento che molto spesso gli uomini erano all'estero a lavorare. Il bestiame trovava di che alimentarsi con il fieno colto sugli erti pendii delle poche malghe. Tutta la vita era scandita dal lavoro, dal sole e dal fiume.
A rivoluzionare la povera economia del Canale, nella seconda metà del seicento, arrivò una pianta esotica: il TABACCO.
Per secoli, dalla coltivazione del tabacco e dal suo contrabbando, la gente del Canale ha ricavato quel minimo che le garantisse almeno la sussistenza.
Della plurisecolare coltivazione, oggi praticamente estinta, rimane il ricordo nei caratteristici terrazzamenti sostenuti con alti muri a secco, le "masiere", che si innalzano sui pendii delle montagne fino a 400-500 metri sul livello del Brenta, nelle borgate a mezza costa tutte ben orientate al sole, nelle vie di comunicazione tra fondovalle e monte.
Nel versante destro orografico del Canale del Brenta queste vie di comunicazione sono tra loro collegati da un serie di sentieri e mulattiere per formare, oggi, un unico lungo percorso che taglia trasversalmente le pendici dell'Altopiano, e mette in comunicazione le varie zone di coltivazione e gli insediamenti ivi presenti: l'Alta Via del Tabacco.
Dalle contrade di fondo valle alcuni ripidi sentieri che salgono all'Altopiano, ancora chiamati i "trodi del tabacco", erano sicuramente utilizzati anche dai "contrabbandieri", ma definire questa alta via "la via dei contrabbandieri" è un errore storico e culturale. Forse si perderà quell'aureola di proibito che tanto oggi ci incuriosisce, ma l'Alta Via del Tabacco ha ben altre valenze da valorizzare. Non a caso oggi si parla di "Museo Diffuso Alta Via del Tabacco", proprio per non fermarsi al semplice percorso escursionistico, perché ciò sarebbe riduttivo, e comprendere invece tutta una serie di interessi tra loro sinergicamente collegati.
La riscoperta e la rivalutazione dei veri "trodi del tabacco", quelli più reconditi e nascosti, è un progetto a venire.
La funzione di questo lungo percorso, che oggi chiamiamo Alta Via del Tabacco, era vitale: collegava in quota tutti gli insediamenti ed i terrazzamenti permettendo agli abitanti quella minima vita sociale che il duro lavoro permetteva: visite di cortesia, scambi di masserizie e generi vari, pronto aiuto in caso di bisogno. Era dunque il "filo d'Arianna" del buon vicinato per collegare tra loro le famiglie e mantenere il senso di "comunità"
Lungo lo stesso si possono incontrare e riconoscere i vari segni della cultura agricola di questo territorio: i terrazzamenti, le antiche case a mezza costa, i pozzi ed i sistemi per recuperare e raccogliere l'acqua piovana, le ghiacciaie, i nascondigli del tabacco, le mulattiere selciate, i prati magri, i castagneti, i boschi da legna, le risine di avvallamento dei tronchi,
Il progetto del recupero e rivalutazione dell'intero itinerario parte da una considerazione essenziale: per apprezzare le peculiarità di un territorio è necessario poterlo percorrere in sicurezza, con un sufficiente supporto logistico, ed una serie di sussidi che permettano di leggere, e quindi apprezzare, gli aspetti più significativi.
L'Alta Via del Tabacco non è quindi non solo un itinerario escursionistico, ma soprattutto un itinerario culturale tramite il quale il "viaggiatore" entrerà nel cuore della nostra terra e camminerà all'interno della nostra storia, quasi toccandola, passo dopo passo. Una ben strutturata rete di punti di appoggio nel fondo valle saprà dare al "viaggiatore" un ottimo benvenuto.
Gli interessi possono essere molteplici: antropizzazione, coltivazioni, tracce ancora visibili della Grande Guerra e quelle meno visibile, ma non meno interessanti, della fauna; la flora che, con il passare delle stagioni, si manifesta in tutta la sua bellezza. Per ultimo, ma non meno affascinante, la possibilità di godere di inusuali e sconosciuti scorci sulla vallata, per ammirare dall'alto la grande architettura dei terrazzanti.
L'itinerario è anche un percorso didattico usufruibile per la formazione dell'escursionismo giovanile e ma anche per l'accostamento all'escursionismo degli adulti motivati da un interesse culturale e naturalistico.
LE SUE FINALITA'
L'Alta Via del Tabacco è, in pratica, il mezzo grazie al quale il visitatore può entrare fisicamente nel territorio per accedere al Museo Diffuso. Potremmo definire il percorso un "contenitore culturale" nel quale inserire notizie, nozioni ed immagini proprie di un Museo Diffuso.
Risulta evidente che la tipologia delle informazioni da ricollegarsi all'Alta Via del Tabacco è la più eterogenea: dalla storia delle famiglie, con le proprie "casare", alla storia dei nostri soldati nella Grande guerra; dalla faraonica costruzioni delle "masiere" e delle "banche" anche le più lontane ai rudimentali sistemi idrici; dalla semplice osservazione delle meraviglie offerte dalla flora e dalla fauna agli scorci grandiosi sul Canale sottostante, dai quali si può meglio apprezzare la grande architettura dei terrazzamenti e naturalmente dalla "storia del tabacco" e della sua coltivazione.
Si ringraziano tutti i gruppi di volontari che si impegnano per la manutenzione di alcuni tratti del percorso. In particolare:
Club Alpino Italiano - Sezione di Marostica
Club Alpino Italiano - Sottosezione di Valstagna
Gruppo Grotte Giara Modon di Valstagna
Protezioni Civili di Valstagna, Campolongo s.B e Campese
Gruppo Scouts C.N.G.E.I. di Bassano d.G.
G.E.A.R. Gruppo Escursionisti Alpini di Rosà